"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

22 settembre 2014

By Asia News

"Uccidete i miscredenti nei loro letti", che siano americani o europei, in particolare "gli sporchi e malefici francesi", così come gli australiani e i canadesi, o "qualsiasi altro miscredente", soprattutto quelli appartenenti "ai Paesi della coalizione contro lo Stato islamico".
Continua la campagna mediatica degli islamisti, che proprio ieri hanno diffuso l'ultimo appello in cui invitano a uccidere infedeli e miscredenti "in qualunque modo" e di attaccare anche "i civili".
A lanciare il messaggio di guerra è il portavoce dello Stato Islamico (SI) Abu Mohammad al Adnani, che in un video di 42 minuti postato in rete invita al jihad mescolando riferimenti religiosi e politica internazionale. Intanto dall'Europa arriva un nuovo attestato di solidarietà e vicinanza ai cristiani irakeni, vittima come altre componenti del Paese - sciiti, curdi, turcmeni e gli stessi sunniti - della follia islamista. Il movimento cattolico Pax Christi chiede di "non dimenticare l'Iraq" e sostenere l'opera della Chiesa locale a favore di profughi e sfollati. 
Il portavoce del movimento terrorista che ha conquistato ampie porzioni di Iraq e Siria, fondando un Califfato in cui vige la sharia, parla di "campagna finale dei crociati" ma avverte che saranno "i soldati dello Stato islamico a condurre l'attacco". Egli annuncia che "conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne".
Al Adnani definisce il presidente Usa Barack Obama "servo degli ebrei e vigliacco", quindi invita i sunniti a non aderire alla coalizione e a non fornire uomini né mezzi. 

Il portavoce del Califfato esorta a uccidere "militari e civili" e, in risposta alle condanne delle autorità religiose musulmane dei giorni scorsi, aggiunge inoltre che "siete autorizzati a farlo, non è peccato". Infine, usando i termini cari alla propaganda di al Qaeda chiede di colpire anche con armi improprie o rudimentali: "spaccate la testa con un sasso, tagliate la gola con un coltello, strozzate o avvelenate...", perché chiunque secondo questa logica può essere strumento del jihad, non solo l'infiltrato ma pure il semplice "simpatizzante". 
Nel mirino degli estremisti islamici vi è anche la Francia e i suoi cittadini, in seguito alla decisione dell'Eliseo di unirsi agli attacchi aerei della coalizione colpendo, fra i primi obiettivi, un centro logistico dello SI nel nord-est dell'Iraq. E proprio dalla Chiesa di Francia arriva l'ultimo, in ordine di tempo, attestato di forte solidarietà alla minoranza cristiana.
In un comunicato a firma di mons. Marc Stenger, vescovo di Troyes e presidente di Pax Christi, si rinnova l'invito a "non dimenticare l'Iraq".
Il prelato sottolinea il lavoro di "sensibilizzazione" dell'opinione pubblica francese sulla "tragica situazione" dei cristiani e di altre minoranze; tuttavia, è necessario "rimanere vigili" per sostenere i "perseguitati" rimasti in patria e "accogliere" gli esuli. 

Il presidente di Pax Christi, movimento internazionale cattolico nato in Francia nel 1945, ricorda il messaggio di "speranza cristiana" più volte rilanciato dal patriarca caldeo mar Louis Raphael I Sako, pur a fronte di una realtà drammatica. Esso non consiste in una "parola vuota", avverte il prelato, ma si deve tradurre in "azioni concrete"; fra queste la formazione di "organizzazioni cristiane competenti", che siano in grado di "analizzare la situazione e le conseguenze", oltre che proporre "piani per l'avvenire". "È compito di Pax Christi - sottolinea il presidente - e di altri organismi, fornire il proprio sostegno a queste organizzazioni". 
Mons. Stenger chiede di adottare un inventario delle famiglie di sfollati e le perdite subite, perché possano beneficiare di risarcimenti adeguati, rispondere alla sfida educativa per evitare il pericolo di "una generazione non istruita". Infine, il prelato avverte che non basta l'intervento per sconfiggere gli islamisti sul piano militare, ma "bisogna costruire" e per questo è oggi ancor più necessario "sostenere l'Iraq" e il suo futuro, perché "è in gioco anche la pace e il futuro di tutto il mondo".

Nota di Baghdadhope: Leggi il comunicato di Pax Christi Francia
Communiqué du 19 septembre 2014 -

Communiqué 190914

 N’oublions pas l’Irak

 L’été dernier, grâce à diverses initiatives prises par les Eglises, grâce à des prises de position d’organisations, grâce aussi à une couverture médiatique importante des évènements, l’opinion française a été sensibilisée à la situation tragique des réfugiés chrétiens et d’autres minorités spoliées, chassées et tuées par l’Etat Islamique auto-proclamé qui fait ses ravages en Irak. Nous avons pu communier à la souffrance de ces minorités. Le gouvernement français a décidé d’accueillir un certain nombre de réfugiés.
Même si d’autres préoccupations occupent une certaine place dans notre attention quotidienne, nous devons continuer à rester vigilants pour soutenir les minorités persécutées qui sont restées là-bas et pour accueillir ceux qui arrivent chez nous. Nous n’avons pas le droit d’oublier l’Irak ! Le dernier message, daté du 4 septembre, du patriarche chaldéen Louis Raphaël Sako, un homme de paix et de dialogue, s’intitule : « Après un mois de déplacement les chrétiens en Irak vont vers leur extinction ». Le texte évoque les violences du quotidien dont sont victimes les chrétiens et d’autres minorités, et qui manifeste clairement une volonté d’anéantir ces minorités.
Face à ces situations désespérées, le patriarche en appelle cependant à l’espérance chrétienne qui ne doit pas être un vain mot, mais qui doit se traduire en actions concrètes. Il énumère quelques suggestions qui méritent une grande attention.
Parmi celles-ci nous retenons la nécessité de former des organisations chrétiennes compétentes, capables d’analyser les situations et leurs conséquences, et de proposer des solutions et des plans pour l’avenir. Il est du devoir de Pax Christi et d’autres organismes d’apporter leur soutien à ces organisations.
Nous retenons aussi l’importance de dresser un inventaire des familles déplacées et des dommages causés pour que les victimes aient l’espoir d’une compensation qui leur permette d’envisager l’avenir. L’Occident devrait mettre son savoir-faire à la disposition de ceux qui auront à prendre en charge ce travail.
Le Patriarche propose également l’instauration d’un Comité pour l’Education qui prenne en compte les problèmes posés par le déplacement pour l’éducation des jeunes à tous les niveaux de l’enseignement.
Il faut enfin au plan international créer une commission d’enquête qui relève les violations des droits de l’homme et fasse la vérité sur les atrocités et crimes commis par le soi-disant Etat Islamique.
Un certain nombre de pays viennent de décider une intervention militaire pour mettre fin aux menées du soi-disant « Etat Islamique ». Au-delà de cette décision il faut construire.
N’oublions pas l’Irak. Soutenons ceux qui croient en l’avenir. Dans ce qui se passe là-bas, c’est l’avenir de notre monde et de la paix qui est en jeu.
 
+ Monseigneur Marc STENGER     
Evêque de Troyes
Président de Pax Christi France
 
Catherine BILLET
Déléguée nationale          
 
Dominique LANG, aa      
Aumônier national