"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

24 aprile 2015

Inizia lo sciopero della fame per chiedere il riconoscimento del Genocidio assiro

By Fides

I cristiani siri, assiri e caldei di Midyat, nella provincia turca di Mardin, hanno iniziato uno sciopero della fame con l'intento di dare pubblico risalto al centenario dei massacri che nell'Anatolia del 1915 decimarono anche le comunità cristiane sire, assire e caldee, oltre a quelle armene. In questo modo, le comunità cristiane orientali siriache chiedono che siano riconosciute, oltre al Genocidio armeno, anche le atrocità del cosiddetto Genocidio assiro, noto con l'espressione in lingua siriaca Seyfo (“spada”), che provocarono secondo accreditate ricerche storiche, diverse centinaia di migliaia di morti. Lo sciopero della fame continuerà fino alla fine di aprile e chi vi aderisce digiunerà 100 ore, per indicare i cento anni trascorsi da quei tragici avvenimenti.
Intanto, come riferiscono fonti turche consultate dall'Agenzia Fides, il Vicario patriarcale armeno Aram Ateshian, del Patriarcato armeno di Costantinopoli, ha espresso apprezzamento per il messaggio di condoglianze recentemente indirizzato dall'ufficio del Primo Ministro turco Ahmet Davutoglu ai discendenti degli armeni morti “durante la deportazione del 1915”.
A giudizio del Vicario patriarcale - incaricato di reggere il Patriarcato in vece del Patriarca Mesrob II, colpito da malattia incurabile – il messaggio inviato da Davutoglu è come “un ramoscello d'ulivo” offerto dalla leadership turca agli armeni. Il governo turco aveva già confermato la presenza di suoi rappresentanti alla Messa di suffragio delle vittime del “Grande Male” in programma oggi a Istanbul, presso la chiesa del Patriarcato armeno.