"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

28 aprile 2016

Cristiani perseguitati: Acs, Chiesa irachena aderisce a evento a fontana di Trevi

By SIR
 
I cristiani sono il gruppo religioso maggiormente perseguitato e la loro condizione continua a peggiorare in molti dei paesi in cui affrontano da tempo gravi limitazioni alla libertà religiosa. Lo conferma il Rapporto sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) che, pubblicato dal 1999, di edizione in edizione continua a denunciare la drammatica tendenza.
Per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica al tema della persecuzione, Acs domani alle ore 20 illuminerà Fontana di Trevi di rosso a simboleggiare il sangue dei tanti martiri cristiani uccisi ancora oggi in odio alla fede. Tra gli scenari più tetri, ovviamente quello mediorientale. In Iraq, dove dal 2002 ad oggi la popolazione è diminuita da un milione a meno di 300mila, con una impressionante media di 60/100mila partenze ogni anno. Se la tendenza continuasse, la comunità cristiana non esisterebbe in soli 5 anni.
E dalla capitale irachena giunge una nuova adesione all’iniziativa Acs, da parte del Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako. “Domani sera ci uniremo a voi in preghiera. Siamo lieti di essere in tal modo in comunione e unità con tutto il mondo cristiano”. Anche il patriarca sottolinea la necessità di accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica sul martirio cristiano. “Purtroppo perseguitare i cristiani è divenuto un fenomeno diffuso. Non soltanto in Iraq, ma in molte parti del mondo e perfino in Occidente dove i fedeli sono discriminati”. Il prelato iracheno ricorda inoltre il valore della testimonianza dei martiri cristiani: “Un modello di amore totale, fedeltà e sacrificio che deve far riflettere tutti. Noi cristiani iracheni traiamo forza dalla loro testimonianza di fede e siamo convinti che il sangue dei martiri ci darà tanta speranza e riuscirà a cambiare l’attuale situazione”.